“Paul Wittgenstein: il pianista dimezzato” di Guido Giannuzzi
Lunedì 18 Dicembre, ore 17
Sala Montanari della Società Letteraria
P.tta Scalette Rubiani 1, Verona

- Guido Giannuzzi, autore del libro, professore d’orchestra al Teatro Comunale di Bologna

dialogano con l'autore:

- Stefano Biguzzi, violinista e presidente Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea

- Federico Gianello, pianista e presidente Steinway Society

La giovane pianista Maddalena Zonta esegue “Preludio per la mano sinistra” Op. 9 n. 1 di Alexander Scriabin (1894)


C'era una volta un magnate della siderurgia, amico di Brahms e munifico protagonista della vita artistica e sociale durante la Secessione viennese, Karl Wittgenstein. Nella sua vasta discendenza maschile nessuno volle seguire l'attività industriale: Ludwig divenne il celebre filosofo che sappiamo, Rudi, Kurt e Hans si suicidarono (uno perché scoperto omosessuale; l'altro per sfuggire alla cattura in guerra e l'ultimo per divergenze col padre). Le sorelle litigarono coi fratelli superstiti per l'enorme eredità salvata in Svizzera, finendo col cederla in gran parte ai contabili nazisti che a prezzo di moneta trasformarono le radici ebraiche della famiglia Wittgenstein in non perseguibili meticci. Questa storia terribile, emblematica della grande borghesia austriaca, in drammatico clima fra Musil e Mann, ci viene raccontata in un agile libretto che si legge d'un fiato, Paul Wittgenstein l'uomo dimezzato (Edizioni Ogni uomo è tutti gli uomini). L'autore Guido Giannuzzi illustra con asciutto scrupolo la vita unica di un altro Wittgenstein, Paul, pianista che la guerra mutilò della mano destra. Con forza d'animo incredibile riprese a studiare, commissionando ad alcuni dei maggiori compositori del suo tempo (Ravel, Strauss, Prokof'ev, Britten, Hindemith, Korngold) concerti per pianoforte e mano sinistra. A lettura ultimata non interessa sapere se Wittgenstein fosse stato un pianista mediocre o un fenomeno da esibizione. Rimane la straordinaria «intelligenza di aver messo un grande patrimonio al servizio della musica, per creare capolavori che, come il concerto di Ravel, gli sopravvivranno per secoli».


Guido Giannuzzi, dopo gli studi classici e musicali a Livorno, ha conseguito il Diploma di Merito presso l’Accademia di Perfezionamento Musicale Chigiana di Siena, una Laurea Magistrale in Storia Moderna presso l’Università di Pisa e una Laurea Magistrale in Arti Visive presso l’Università di Bologna.
Finalista al Concorso Internazionale dell’ARD di Monaco nel 1997 con il Quintetto a fiati Avant-garde, ha tenuto concerti in prestigiose sale e festival di tutto il mondo (Concerti del Quirinale a Roma, Schubertiade di Losanna, Festival Cervantino di Guanajuato).
Professore dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna dal 1996, ha suonato sotto la direzione, tra gli altri, di Mstislav Rostropovich, Georges Prêtre, sir Neville Marriner, Christian Thielemann, Riccardo Muti, Daniele Gatti, James Conlon, Charles Dutoit, Vladimir Jurowsky.
Nel 2008 è stato tra i promotori della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna, per il quale è responsabile della programmazione.